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Prosegue la mia avventura alla scoperta della cucina vegan. Un viaggio questo che mi sta entusiasmando, tanto che credo proprio che proseguirà ben oltre il mese di gennaio (#veganuary tutto l’anno, si può fare?). Sì, perché le buone abitudini non hanno scadenza, non vanno in vacanza e - se le condisci con un po’ di entusiasmo e dedizione – diventano routine e ti accompagnano davvero all life long.
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Veganuary: sai di che cosa si tratta? Lo so, arrivo un po’ in ritardo... ma sono da poco rientrata da un viaggio bellissimo dall’altra parte del mondo, al quale sono seguiti giorni in cui #benemanonbenissimo (sul mio profilo IG ho documentato tutto).
Non voglio però perdere l’occasione di dare in qualche modo il mio contributo per diffondere questa bella iniziativa e - perché no - provare a contagiarti, affinché possa diventare anche un po’ tua. Mettiti comodo che ti spiego (promesso, non sarò prolissa!).
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La ricetta di oggi nasce per un’occasione speciale. Un evento di quelli in perfetto stile FitFood: movimento e cibo sano, condivisione e gioia, nuovi spunti e incontri per arricchire l’anima e prendersi cura di sé anche attraverso il cibo. Quello buono, colorato, che segue i ritmi delle stagioni e regala benessere.
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Settembre. O lo ami o lo odi. Lui che è vissuto da tanti un po’ come se fosse un nuovo inizio. Tutti che si appuntano sull’agenda lunghe liste di buoni propositi, della serie “inizio la dieta” oppure “palestra 3 volte a settimana”, o ancora “più tempo da dedicare alla famiglia” eccetera eccetera.
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Superare le proprie paure. Mollare la presa. Abbandonare gli schemi troppo rigidi per accorgersi che non esistono cibi buoni o cattivi, ma esistono invece la consapevolezza, l’equilibrio e l’armonia.
Per raccontarti come nasce la ricetta che ho preparato in occasione di Sana 2019 – il Salone del Biologico e del Naturale che ogni anno va in scena presso Bologna fiere – insieme con gli amici di Fior Di Loto, voglio svelarti qualcosa di me. Che gli spaghetti qualche anno fa non li volevo vedere nemmeno in foto, perché rappresentavano uno dei miei fear food, ovvero uno di quegli alimenti da cui stavo alla larga, convinta che anche una sola forchettata potesse farmi lievitare a dismisura.
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Qual è la conquista più grande per voi in cucina? Per me: riuscire a preparare un piatto ben bilanciato e sano, che non solo mi permetta di fare il pieno di energia senza appesantirmi, ma che soddisfi anche il mio palato. Ingredienti semplici e facilmente reperibili. Tanto gusto. Passaggi q.b., accessori basic. That’s it.
Così, ogni volta che mi capita di dover creare una ricetta per chi, come me, va sempre di corsa, conduce una vita frenetica, non vuole rinunciare all’allenamento, ma “riso, pollo, patate e merluzzo” a tutti i pasti anche no, aguzzo l’ingegno e lavoro di fantasia. Amaro, acido, dolce, salato, umami. Un po’ di questo, un pizzico di quello, per trovare la “quadra” (come si dice dalle mie parti) e fare centro.