Oggi ti parlo di corsa. Ti parlo di amicizia e di condivisione. Ti parlo di tecnologia a supporto del benessere e del miglioramento della performance sportiva. Ti parlo di passione, risultati e di sogni che diventano realtà, da 0 a 42.

42 chilometri (42,195 per la precisione) che saranno tutti gambe, testa e cuore per il team TopTapRun2 2018, un gruppo affiatato di runner amatori, formato da dieci uomini di età, professione e grado di allenamento differenti, che hanno scelto di prepararsi insieme per affrontare la Regina delle maratone, in nome di un progetto nato a marzo 2018 da un’idea di Integris, società leader nel settore dell’Intelligenza Artificiale.

L’idea di mettere a disposizione degli sportivi tutte le proprie tecnologie più evolute, con l’obiettivo di migliorarne le prestazioni e monitorarne lo stato di salute. Utilizzare le piattaforme di data analytics e gli esperti del Data Science Competence Center per realizzare modelli di analisi che, interpretando una grande quantità di dati (salute, percorsi e risultati di allenamento, meteo, andamento del terreno, postura ecc.), suggeriscano tabelle di training e indicazioni per ottimizzare la performance, forniscano dati previsionali a supporto del miglioramento e generino informazioni utili a prevedere possibili situazioni di infortunio.

Tutto sotto la guida di un coach d’eccezione, il maratoneta Daniele Meucci - top runner con all’attivo il titolo di campione europeo di maratona (conquistato a Zurigo nel 2014), 15 medaglie collezionate in rassegne internazionali continentali, un doppio oro nella coppa europea dei 1000 metri a Mershin nel 2016 e 11 titoli italiani.

Un primo appuntamento in pista a giugno con il campione per effettuare qualche test e poter stilare le prime tabelle di allenamento.

Due wearable devices - uno da agganciare alla t-shirt, l’altro (una sorta di braccialetto rigido) a degli appositi calzini forniti di magneti - per raccogliere dati relativi a frequenza e battito cardiaco, ritmo di allenamento (cadenza, distanza e passi), analisi dei percorsi affrontati, consumo energetico e poi ancora appoggio del piede, tempo di contatto e impatto a terra. Tre mesi di corse, functional training e stretching.

Tre mesi per raccogliere informazioni e studiare allenamenti sempre più personalizzati, monitorando ogni dettaglio delle uscite e incrociandolo poi con i dati emergenti da analisi del sangue, storico infortuni, BMI, VO2max ecc. Un vero e proprio screening, utile anche per poter correggere eventuali errori di tecnica e per aggiustare il carico di lavoro in tempo reale, per arrivare alla maratona non solo con sufficienti km nelle gambe, ma anche con una buona capacità di gestione della gara e una maggior consapevolezza dei propri talenti e limiti. Fantastico, no?

Per me che soffro di fascite plantare, l’idea di poter verificare la mia tecnica di corsa e correggerla allenamento dopo allenamento, monitorando la situazione, pare un sogno lontano. E invece no. A confermarmelo è stato Giuseppe Sola, uno dei componenti del gruppo, che ora corre senza doversi più fermare per il mio stesso problema.

A due mesi dalla maratona, la settimana scorsa ho avuto il piacere di condividere un allenamento con il team TopTapRun2 2018: inutile dire che sono bastati 30 minuti, due chiacchiere e qualche km di corsa insieme per farmi sentire a casa.

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E ad allenamento concluso, vedere i grafici creati con i dati raccolti ed ascoltare il commento tecnico degli specialisti di Integris e del campione Meucci, mi ha fatto comprendere quanto si possa fare in termini di ottimizzazione dell’allenamento e dei risultati, grazie ad una tecnologia evoluta come questa.

È grazie alla struttura dei dati e al forecasting dei miei tempi di arrivo, elaborati da Integris, che ho preso consapevolezza del lavoro fatto durante il mio allenamento e dei risultati ottenuti” mi ha raccontato Paolo Daniele, direttore vendite di un’importante azienda, che esordirà nella 42k proprio a NY.

“Per me è stato di enorme aiuto il sensore alla caviglia perché mi ha permesso di passare da una corsa da tallonatore puro ad una corsa di avampiede, molto più fruttuosa e meno aggressiva per tendini e articolazioni, scongiurando gli infortuni cui sono stato soggetto in passato” mi ha rivelato Paolo Repetti, che di maratona ne ha già corsa qualcuna, ma “nessuna pare eguagliare quella che si corre nella Grande Mela: c’è persino qualcuno che pensa che sia più lunga di altre...” e ride.

“Confrontare i dati raccolti, per poi programmare l’evoluzione degli allenamenti in modo personalizzato è risultato davvero utile. In più avere una base dati comune consente a tutti i componenti del gruppo di confrontarsi con la dedizione e gli sforzi reciproci: questo genera una sorta di effetto/energia trainante che contagia tutti i componenti. L’esatta applicazione di una data driven strategy” mi ha detto Mauro Bacchiocchi, che sottolinea così il valore aggiunto del team, motivazione e spinta verso il raggiungimento dell’obiettivo.

Per Massimiliano Serra, che di professione fa invece il personal trainer e l’istruttore di Pilates, la tecnologia è stata fondamentale per individuare i propri margini di miglioramento, per trovare il proprio ritmo di corsa e migliorare l’appoggio.

A confermare il successo del matrimonio tra running e new technology è stato anche lo stesso Daniele Meucci: “Grazie a questa tecnologia posso capire meglio qual è la mia reale condizione fisica e quindi se sono pronto o meno alla competizione oppure alla tipologia di allenamento che mi appresto ad affrontare. Riesco a individuare il giusto ritmo di corsa e a tarare i carichi di lavoro per me e per tutto il team”.

E a vedere come corrono i ragazzi - che fatica tenere il loro ritmo! - direi che il risultato è ottimale. Non vedo l’ora di ricevere i loro aggiornamenti per parlarvene ancora, e di seguirli verso il loro traguardo finale, che non è poi così lontano: - 18 al 4 novembre.

Appuntamento al prossimo allenamento, ma nel frattempo, per saperne di più: www.integris.it

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