La scorsa settimana – se mi segui su Instagram lo sai bene - ho partecipato ad un evento dedicato alla dermatite atopica. Io che scrivo principalmente di salute e benessere, non potevo non cogliere l’opportunità di approfondire le mie conoscenze rispetto a questa patologia - ancora poco conosciuta, ma davvero invalidante sotto molti punti di vista - per poi divulgarle, sperando di aiutare in qualche modo chi ne soffre.
Il convegno organizzato da ANDeA, Associazione Nazionale Dermatite Atopica - la cui mission è proprio quella di dare supporto alle persone colpite da DA e ai loro familiari, offrendo sostegno ed organizzando percorsi di formazione che li aiutino ad affrontare la malattia in tutte le sue fasi - è stato trasmesso in diretta live su Facebook, con lo scopo di raggiungere il maggior numero di persone possibili e raccontare la malattia, le principali cause, i sintomi e le terapie (qui sotto trovi il video completo, ti consiglio di guardarlo per saperne di più).
Affinché tu possa comprendere le dimensioni del problema, inizio a darti qualche numero: in Italia a soffrire di dermatite atopica - anche conosciuta come eczema atopico - sono oltre 35.500 adulti, dei quali ben 8.000 presentano la malattia in forma grave. Spesso questa patologia impone nella routine di tutti i giorni forti limitazioni e disagi, che interessano sia la vita privata che quella lavorativa. Basti pensare che per il 67% delle persone colpite, la DA rappresenta una delle prime cause di assenza dal lavoro, e obbliga più della metà degli interessati a rinunciare all’attività fisica in piscina e in palestra, oltre a disturbarne il sonno e a limitarne i viaggi e la frequentazione di luoghi pubblici.
Ma che cos’è la dermatite atopica e quali sono i principali sintomi? La DA è una patologia cutanea cronica che colpisce principalmente la pelle del viso e del corpo di neonati, bambini e adulti. Durante l’adolescenza, nel 60% dei casi tende a scomparire spontaneamente, negli altri casi tende a persistere.
Tra i sintomi tipici primeggiano l’arrossamento, il prurito intenso – che porta la persona a un bisogno continuo di grattarsi, con conseguenti escoriazioni e l’accentuazione dei solchi della pelle -, la desquamazione e le lesioni cutanee, che negli adulti investono principalmente le zone del collo, decolté, la parte interna dei gomiti, il retro delle ginocchia, le mani, i piedi, il viso e il cuoio cappelluto.
A causare l’insorgere della DA sono sia fattori genetici (se uno o entrambi i genitori soffrono di malattie quali asma, febbre da fieno, rinite, orticaria, congiuntivite o gastroenteriti allergiche, allora le probabilità di sviluppare la malattia nel bambino saranno maggiori), che fattori esogeni quali il clima e l’area geografica (il freddo e l’inquinamento sembrerebbero aumentare il rischio), il genere (le donne sarebbero le più esposte) e l’età della madre (i bambini nati da madri in fase avanzata della vita fertile sarebbero più a rischio).
Le terapie attuali sono prevalentemente di natura topica oppure, nei casi più gravi, di tipo immunodepressivo, ma in ogni caso non sono in grado di interferire con il meccanismo patogenico di base della malattia. Continua dunque a persistere una risposta non adeguata, con notevole impatto sulla qualità della vita delle persone.
Proprio per questo ANDeA si batte affinché questa patologia venga riconosciuta dal Sistema Sanitario Nazionale come invalidante e venga previsto un supporto economico per chi ne è affetto, poichè le spese per le cure gravano sul bilancio familiare.
Concludo lasciandoti il link della pagina Facebook di ANDeA, quello del sito ufficiale dell’Associzione e con essi un po’ di speranza!